00 06/09/2010 13:14
La colpa, la pena, l’estasi in Dante
Il Comune di Ravenna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, l’associazione culturale VACA vari cervelli associati
invitano la S.V. alla mostra:
La colpa, la pena, l’estasi in Dante
da Gustave Doré all’immaginario contemporaneo

INAUGURAZIONE
Sabato 4 settembre 2010, ore 11.
Urban Center di Ravenna
ex Chiesa di S. Domenico
Via Cavour, 1
RAVENNA
La mostra rimarrà aperta fino al 2 ottobre 2010
Orari: martedì, mercoledì e venerdì 10 – 13 / 16 – 19
Sabato, domenica e festivi 10 – 19
Lunedì e giovedì chiuso.
INGRESSO LIBERO
Info: Urban Center 0544.482009
www.urbancenter.ra.it

La colpa, la pena, l’estasi in Dante, questo il tema della mostra che si aprirà a Ravenna il 4 settembre, negli spazi espositivi dell’Urban Center.
Opere di:
Gustave Doré
Giuseppe Maestri
Piero Dosi, Cosetta Gardini
Umberto Giovannini,
Mauro Monaldini , Enrico Rambaldi
Cesare Reggiani, Davide Reviati
Andrea Rivola, Giuseppe Tolo
Alberto Zannoni

Gustave Doré, negli anni dal 1861 al 1868, con centotrentacinque illustrazioni creava quella straordinaria architettura visiva della Divina Commedia diventata talmente nota e popolare, da concedere poche vie di scampo agli illustratori successivi. La sua opera, non a caso, è tuttora ristampata in grandi tirature.
La mostra, presentando tutte le xilografie originali del Doré, dà al visitatore il raro piacere di poter ammirare, con un colpo d’occhio, la successione delle immagini: dalla colpa alla pena e infine l’estasi.

Le opere degli artisti-illustratori nostri contemporanei che si cimentano con singoli personaggi o situazioni legate alle tre Cantiche dantesche, oltre a regalare emozioni e riflessioni ci danno la misura del debito e dell’affrancamento dal Doré.
La veduta d’insieme è potente e impressionante mentre non può non stupire la meticolosità della ricerca, l’acume e l’ardore profuso dagli illustratori, per dar forza espressiva all’immaginario che suscita la lettura dantesca oggi.



Gustave Doré è il “mostro” degli illustratori della Divina Commedia, non c’è altro genio che lo superi in fama, neanche l’onnipresente Salvator Dalì. Così i diavoli di Gustave sono diventati l’icona del diavolo. Ma allora che senso ha avuto organizzare una mostra con tutti i suoi pezzi originali e chiamare al confronto dei pur bravissimi illustratori contemporanei? Cerchiamo di capirlo passando in rassegna, a volo d’uccello s’intende, i risultati; tocca a Serena Simoni, nella sua presentazione, fare il punto critico del tutto. Per quel che abbiamo detto sopra partiamo proprio dal diavolo e si veda cosa ne fa Mauro Monaldini che pare sfidare Doré attraverso una splendida sequenza ironico-onirica: con l’aiuto di Dürer per la tecnica, e di una cultura che sta nel contemporaneo per la visione. Il risultato non può non impressionare il visitatore: niente da invidiare al Doré. Il visitatore ha già attraversato il Limbo, non quello teologico, già sconfessato, ma quello dell’infanzia che Reviati, un maestro consacrato in materia, affastella tra volti inquietanti di contagioso disagio. Doré non ci presenta bambini, è vero, questi sono dunque il tassello mancante. La vertigine ci coglie quando Inferno, Purgatorio e Paradiso ci appaiono tutti assieme e veniamo a faccia a faccia col Caronte di Giovannini e qui il legno, l’incisione su legno – la stessa materia che ha usato Gustave Doré –, permette di cogliere i quasi 150 anni che ci separano da lui. Tutta la coscienza nostra degli orrori che si sono accumulati in così “poco tempo” esplode. Non c’è quasi più nulla di umano in questo Caronte, quel punto rosso che segnala l’occhio e che ci segue viene giù, dritto dritto da qualche scenario di guerra contemporanea e ci pare di rivederlo anche nell’occhiaia vuota del Cerbero di Rambaldi che amplifica, se possibile, lo scenario della terra desolata col suo Pier delle Vigne. Non stanno nelle loro depositate, classiche forme né le opere di Alberto Zannoni né quelle del grandissimo Giuseppe Maestri. Maestri elude, da par suo, ogni confronto mentre Alberto porta in calcografia la finitezza e il doppio del segno alle prese con la Commedia oggi. Due virtuosi che da alcuni anni stupiscono, Giuseppe Tolo e Andrea Rivola, si cimentano nell’Inferno il primo, nel Purgatorio l’altro. Le loro opere hanno in comune solo l’essersi cimentati direttamente col Doré pittore: una parte non secondaria dell’opera e del pensiero di Gustave, impossibile da portare in mostra dai musei parigini e inglesi. Tolo opera sui toni scuri e oscuri della materia infernale, trascrivendo occhi fissi, molesti sul visitatore sin nel buio magmatico delle Erinni. Rivola esplode beffardo, incontenibile nella trasgressione infantile: il suo carro impatta visivamente l’ira dantesca dichiarandola popolarmente, nessun omaggio grazioso, il meritricio è nudo e laido. È ben diverso il piano metafisico, quindi il più lontano dal concetto del solido figurativo Doré, dove Cesare Reggiani libera, sulla Charitas cristiana, tutta la sapienza del suo pennello, portando con forza il pensiero di San Paolo a capo dell’ispirazione poetica di Dante su questa virtù cruciale ai fini della salvezza ultraterrena. L’angelo di Piero Dosi non ha bisogno di nessuna chiosa, sta lì in tutto il suo splendore a rammentare, nel commiato, che si può fare ancor oggi moltissimo davanti alla Divina Commedia, riuscendo a dare emozioni e riflessioni altrimenti inagibili, perché questo è il senso di questa mostra: arricchire l’immaginario di ciascuno attraverso il lavoro di quelli che scavano nelle miniere del colore, dell’affabulazione, dell’inconscio.
Cosetta Gardini ha costruito la scrittura delle terzine assecondando la tesi del “passo” dantesco come rimembranza, e non come citazione filologica; negli episodi esterni alla Commedia ha invece predisposto una stesura piana e scorrevole: così il tutto ci è parso armonico allo spirito della mostra.

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Da Chagall a Fellini alla Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia


TEATRO DEL SOGNO

dal 25 settembre 2010 | a cura di luca beatrice | galleria nazionale dell'umbria | perugia


Il sogno è il tema, il soggetto o il pretesto che ha invaso l'immaginario estetico degli artisti scelti da Luca Beatrice per costruire una mostra che intreccia il Simbolismo di inizio Novecento con l'arte contemporanea, i diversi "surrealismi" con alcune delle più suggestive espressioni del Cinema.
Nel percorso espositivo, allestito come dietro le quinte di un ideale palcoscenico, prendono posto oltre 100 opere di alcuni protagonisti assoluti delle arti figurative e del cinema dal primo Novecento al contemporaneo, rappresentati anche simbolicamente da Marc Chagall e Federico Fellini.

Le prime esperienze visionarie legate al sogno sono presenti in mostra con opere di Umberto Boccioni, Arnold Böcklin, Paul Klee, Max Klinger, Plinio Nomellini, Gaetano Previati. Nel percorso espositivo, allestito in modo da favorire un dialogo tra le opere, si incontrano i più rappresentativi esponenti del movimento surrealista insieme agli artisti che nel cuore del Novecento si sono misurati con il mondo dell'inconscio: Marc Chagall innanzitutto, di cui sono esposte sei opere di grande impatto e qualità pittorica, e poi Salvador Dalì, Giorgio de Chirico, Paul Delvaux, Max Ernst, Renè Magritte, André Masson, Joan Mirò, Man Ray, Alberto Savinio, Yves Tanguy, Fernando Botero, Pinot Gallizio. Nella parte finale la mostra entra nel vivo del panorama contemporaneo, che fa da compendio al tema con le esperienze pittoriche della Transavanguardia italiana e internazionale - Sandro Chia, Mimmo Paladino, Julian Schnabel, David Salle - e le suggestioni proposte da video, installazioni e sculture di artist-star del nuovo millennio - Jan Fabre, Damien Hirst, Tony Oursler, Felix Gonzalez-Torres.

Nel Teatro del Sogno "messo in scena" nella Galleria Nazionale dell'Umbria la presenza del cinema, fondamentale al pari delle arti figurative, ruota intorno alla straordinaria produzione di Federico Fellini, di cui sono esposti oltre 30 disegni e schizzi - alcuni dei quali tratti dal famoso Libro dei Sogni - e di cui si potrà ammirare una selezione di scene tratte dai film più "onirici" come "I clown" e la "La città delle donne".
Lungo il percorso di mostra s'incontrano capolavori surrealisti come Un Chien andalou e L'age d'or di Bunuel, l'unica sceneggiatura cinematografica (Film) di Samuel Beckett, Spellbound (Io ti salverò) di Alfred Hitchcock con le celebri scenografie create da Salvador Dalì, e poi Sleep di Andy Warhol e la sua controparte odierna David Beckham Sleeping di Sam Taylor-Wood e infine Quijote, lungometraggio di Mimmo Paladino, ispirato al noto romanzo di Miguel Cervantes.

La mostra è promossa dal Comune di Perugia in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Umbria, la Provincia di Perugia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. L'organizzazione è affidata a Civita e la realizzazione del catalogo all'editore Giunti.


TEATRO DEL SOGNO. DA CHAGALL A FELLINI
25 settembre 2010 - 9 gennaio 2011
Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
Corso Vannucci, 19
Informazioni e prenotazioni
www.mostrateatrodelsogno.it
199.151.123

Orari
Dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle ore 19.30. La biglietteria chiude alle 18.30 Chiuso il lunedì, 25 dicembre e 1° gennaio. Aperto lunedì 27 settembre, 1° novembre, 6 e 27 dicembre e 3 gennaio.
Biglietti
Intero € 9,00
Ridotto € 7,00 per minori di 18 e maggiori di 65 anni, gruppi di oltre 15 persone, universitari con tesserino, possessori della Card Perugia Musei e titolari di apposite convenzioni
Ridotto speciale € 3,00 per scuole elementari medie e superiori
Gratuito per minori di 6 anni, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti con tesserino, disabili con un accompagnatore.
Cumulativo € 10,00 valido per l'ingresso in mostra e nella Galleria Nazionale dell'Umbria
Card Perugia Mostre e Musei € 13,00
da diritto all'ingresso nelle mostre "Teatro del Sogno" e "Il Pianeta che cambia. il clima" (dal 2 ottobre a Perugia a Palazzo Baldeschi) oltre ai musei del circuito cittadino
info www.perugiacittamuseo.it
Prenotazioni
Individuale € 1,00 - Scuole € 0,50
Visite guidate su prenotazione
Gruppi € 100,00 - Scuole € 60,00 - In lingua € 120,00 - Con Laboratori € 95,00
Prenotazioni alberghiere e pacchetti turistici
www.umbriahb.com
tel. +39 075 5058792

La mostra è promossa da
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria - Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici dell'Umbria - Regione Umbria - Provincia di Perugia - Comune di Perugia - Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia - Camera di Commercio di Perugia - Civita

con il contributo di
Progress Fine Art - Banca di Mantignana - Finurbe - Unipol - Liomatic - TLM costruzioni
Mediapartner
Radio Subasio
Catalogo
Giunti
Organizzazione e promozione
Civita
Ufficio Stampa Civita
Barbara Izzo, Tel. 06 692050220 Cell 348-8535647; izzo@civita.it
Arianna Diana, Tel. 06 692050258; diana@civita.it
Alice Cammisuli, Cell 347 0815897; press@lucabeatrice.com
www.civita.it - sala stampa

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A Milano dopo 50 anni il genio di Salvador Dalí a Palazzo Reale

SALVADOR DALI'. IL SOGNO SI AVVICINA

fino al 30 gennaio 2011 | a cura di vincenzo trione | palazzo reale | milano


Una mostra che indaga sul rapporto del grande artista spagnolo con il paesaggio, il sogno e il desiderio.

L'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE presentano a Palazzo Reale, dal 22 settembre 2010 al 30 gennaio 2011, "Salvador Dalí. Il sogno si avvicina" a cura di Vincenzo Trione.

L'esposizione è resa possibile grazie alla straordinaria collaborazione della Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueras e si avvarrà di importanti prestiti provenienti da musei nazionali e internazionali quali la Fondazione stessa, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il Dalí Museum di St. Petersburg in Florida, il Boijmans Museum; di Rotterdam, l'Animation Research Library dei Walt Disney Animation Studios di Burbank in California, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, il Mart di Rovereto e i Musei Vaticani.
La mostra, promossa dal Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale con 24 ORE Cultura - GRUPPO 24 ORE in collaborazione con Unipol Gruppo Finanziario e con il sostegno dell'Ufficio Spagnolo del Turismo di Milano, presenta oltre 50 opere di Salvador Dalí, che indagano in modo approfondito il rapporto tra pittura e paesaggio.

L'artista spagnolo ritorna così a Milano dopo la mostra personale che si svolse nell'ottobre del 1954 a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi. La stessa Sala delle Cariatidi da cui trasse ispirazione per la sede della sua casa di Figueras, oggi sede della Fondazione Gala-Salvador Dalí.

"Abbiamo di nuovo bisogno di Dalí per evadere da una condizione spesso noiosa, prevedibile. E questa esposizione ci serve proprio per fare una breccia nel conformismo culturale e trasmettere così tutto il potere della creatività. - spiega l'assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory - Perché il sogno è dentro di noi ed è una delle forme della realtà e del desiderio che l'arte racconta e attraverso le quali l'arte si racconta. Dalí a Milano è la cifra della creatività al potere o meglio del potere della creatività. Una relazione imperdibile".

L'allestimento sarà a cura dell'architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore di Salvador Dalí: autore, insieme con il Maestro surrealista, della sala Mae West nel museo di Figueras e del famoso sofà Dalilips.
Per la prima volta la sala di Mae West verrà realizzata all'interno del percorso espositivo così come fu ideata dallo stesso Dalí: una sorprendente installazione contemporanea.

"Salvador Dalí. Il sogno si avvicina" si avvale di un comitato scientifico d'eccezione composto da studiosi di altissimo livello internazionale: Montse Aguer, direttore del centro di studi daliniani della Fondazione Gala-Salvador Dalí; Hank Hines, direttore del Dalí Museum di St. Petersburg in Florida; Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani; Francisco Calvo Serraller, eminente studioso di arte moderna spagnola, e Robert Storr, curatore e critico statunitense decano della Yale School of Art.

Nel percorso della mostra sarà fruibile il cortometraggio Destino di Salvador Dalì e Walt Disney, mai proiettato prima in Italia: Dalí lavorò al fianco di Disney tra il 1945 e il 1946 ma il film fu completato solo nel 2003 grazie ai disegni originali conservati dall'Animation Research Library dei Walt Disney Animation Studios di Burbank in California, alcuni dei quali saranno eccezionalmente esposti grazie alla collaborazione con The Walt Disney Company.

Accompagna la mostra l'ampio catalogo con testi di Vincenzo Trione, Montse Aguer, Paolo Bertetto, Robert Storr, Oscar Tusquets Blanca, Catherine Millet, Bruce Sterling, pubblicato da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE.

L'Università IULM di Milano è partner ufficiale della mostra.

Le sezioni della mostra
La mostra intende approfondire il rapporto tra l'artista spagnolo e il tema del paesaggio. Si tratta di un aspetto poco conosciuto dal grande pubblico, che offre inattesi spunti di riflessione in merito al legame di Dalí con la pittura rinascimentale italiana, il surrealismo e la metafisica, in un processo che, secondo il curatore Vincenzo Trione, porta il pittore dal caos dell'inconscio al silenzio. Quadri che vogliono documentare un "altro" Dalì: mistico, religioso, spirituale.

1 Paesaggi storici: guardare dietro di sé e intorno a sé
Nella prima Stanza dedicata alla Memoria saranno accostate le opere che illustrano il rapporto dell'artista con il passato come La Venere di Milo con tiretti, proveniente dal museo Boymansvan Beuningen di Rotterdam, o le tele dedicate a Velaquez. Nella successiva Stanza del Male è illustrato il rapporto dell'artista con la contemporaneità: in particolar modo il tema affrontato è quello legato alla guerra (come nella Melanconia Atomica del Reina Sofia di Madrid e nel Visage de la guerre del Boijmans Museum di Rotterdam

2 Paesaggi autobiografici: guardare dentro di sé
Nella Stanza dell'Immaginario sono presenti le opere più legate al periodo surrealista, in cui l'artista approfondisce le tematiche legate all'inconscio, all'introspezione e alla ricerca di sé: dalle Tre età dal Museo di St. Petersburg (Florida) alla Ricerca della quarta dimensione della Fondazione di Figueras.
L'immaginario surrealista, poi. prenderà vita all'interno della Stanza dei Desideri dove sarà ricostruita, in modo filologicamente ineccepibile e inedito, la celebre Stanza di Mae West ad opera dell'architetto Oscar Tusquets Blanca, che fu co-autore del progetto: come scrisse lo stesso Dalì in un'intervista (esposta in mostra) gli specchi utilizzati a Figueras dovevano essere in realtà sostituiti con schermi televisivi, confermando ancora una volta la sua precoce mediatica.

3 Paesaggi dell'assenza: guardare oltre di sé
Infine, Dalì abbandona la rappresentazione della persona umana. E nella Stanza del Silenzio si fa sempre più forte l'assenza della figura sino alla sua sparizione e al trionfo del paesaggio. In un rimando metafisico che ha il suo climax nel Cammino dell'enigma (Fondazione Gala- Salvador Dalí Reina Sofia).
La Stanza del Vuoto è il punto di arrivo dove la pittura di caos si trasforma in pittura del silenzio. Dapprima, scenari segnati da desolanti inquietudini. Poi, addirittura l'astrazione, come testimonia l'ultimo olio dipinto dall'artista prima della morte, nel 1983, Il rapimento di Europa (conservato a Figueras): un monocromo azzurro, spaccato da ferite, quasi un involontario cretto.

4 Epilogo
La sezione conclusiva del percorso espositivo è una sintesi. Vi si documenta il rapporto tra Dalí e Walt Disney. In esposizioni, quadri che rivelano richiami classici, memorie rinascimentali, atmosfere metafisiche e iconicità pop.

Ogni sezione è accompagnata da ampie sezioni documentarie dove lo stesso Dalí, attraverso interviste e apparati video, racconta il suo rapporto privilegiato con alcuni dei luoghi e dei paesaggi a lui più cari, come gli stessi paesi della Catalogna, che diventano il suo rifugio e sede della Fondazione a lui intitolata (Figueras, Cadaques, Portlligat), l'Italia e l'amata Parigi.


Salvador Dalí. Il sogno si avvicina
Fino al 30 gennaio 2011
Palazzo Reale, Milano
Orario: lunedì 14.30 - 19.30; martedì - mercoledì - venerdì 9.30 - 19.30; domenica e sabato 9.30 - 22.30 giovedì 9.30 - 23.30. La biglietteria chiude un'ora prima
www.mostradali.it
www.ticket.it/dali
www.ticketone.it
Tel. 0254913
Visite guidate per scolaresche € 78,00 - Visite guidate per gruppi organizzati € 107,00 - Visite guidate per scolaresche in lingua inglese o francese € 98,00 - Visite guidate per gruppi organizzati in lingua inglese o francese € 125,00
Sistema di microfonaggio obbligatorio per gruppi con guida propria: Gruppi di adulti € 30,00 - Scolaresche € 15,00
Ingresso: Intero € 9,00 - ridotto € 7,50 - ridotto speciale € 4,50
Catalogo: 24 ORE Cultura, 35 € in mostra, 49 € in libreria

Sponsor Unipol Gruppo finanziario
In partnership con Il Sole 24 ORE, The Walt Disney Company Italia, Radio Deejay, Publitalia '80, Digitalia '80, Corriere della sera, ATM, Alitalia
Acqua ufficiale della mostra Ferrarelle

Ufficio stampa 24 ORE Cultura
Giulia Zanichelli | giulia.zanichelli@24orecultura.com | tel. 02 30076255
Sara Lombardini | sara.lombardini@24orecultura.com | tel. 02 30076329
Ufficio stampa Comune di Milano
Francesca Cassani | tel. 02 88450177 | francesca.cassani@comune.milano.it


[Modificato da Sarahdeglispiriti 03/11/2010 15:37]